

TERRY JONES
MACCHINE MALVAGIE
traduzione di Carla Muschio
note e danni di The Terrier the merrier
13×20 cm, 240 pp.
brossura cucita con bandelle
qzerty/qwerty, 6
ISBN 978-88-98462-11-7
16 euro
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Anni e annetti fa, in concerto londinese, fu dedicato un pezzo al presidente Usa Hoover: una grande, grande ouverture scritta da Malcolm Arnold per tre aspirapolvere, una lucidatrice, quattro fucili e un’orchestra.
Ha ha! Che burloni, questi britannici. Assurdo.
Come un telefono che trasmette non quel che dici ma quel che pensi davvero, una bomba intelligente che prepara da mangiare e aiuta i bimbi a fare i compiti, automobili sequestratrici, biciclette rapinabanche, aspirapolvere conquistatori, ascensori impazziti, treni ribelli e robot che… Assurdo! Folle!
Una follia così à la Monty Python da esserlo: perchè questo è Macchine malvagie di Terry Jones, il libro di uno dei Monty Python (e dirlo una volta non è abbastanza). Un romanzo surreale, allegro, che strizza un occhio al Roald Dahl di Storie impreviste e fa battere il cuore al luddista con brame di distruzione insito in noi tutti, quando ci chiediamo se quelle stramaledette macchine talvolta non smettano di funzionare perché hanno un cuore malvagio (e non ce l’hanno. Un cuore, cioè).
Insomma, non solo è «Il romanzo che avrei voluto scrivere se non fossi morto» (Ugo Foscolo): è il romanzo di uno dei Monty Python!
«A volte le persone si stupiscono che io abbia anche scritto libri. Perché non hanno mai assaggiato il mio pasticcio di cervo».
In copertina: elaborazione da André Breton, Jacqueline Lamba, Yves Tanguy, Senza titolo [Cadavere squisito], 1938. Edimburgo, Galleria nazionale scozzese di arte moderna (© degli eredi degli autori).
La traduzione è di Carla Muschio, colonna della casa editrice sin dalla nascita (della casa editrice, non di Carla). Le note sono del gruppo The Terrier the merrier, devoto a quei «tre Terry (Gilliam, Jones e Pratchett) di cui c’è sempre più bisogno». Le differenze tra la versione originale del libro e codesta sono in accordo con la volontà dell’autore, o almeno speriamo: all’ultimo invio TJ ci ha risposto «Ottimo! Tanto non so il portoghese».
Filippo Tommaso Marinetti