Olga Tokarczuk / Guida il tuo carro sulle ossa dei morti
Olga Tokarczuk, Guida il tuo carro sulle ossa dei morti. Traduzione di Silvano De Fanti. Nottetempo, 2013.
«”Guida il tuo carro sulle ossa dei morti”, mi dissi con le parole di Blake; era proprio così?».
Un romanzo strano, ecologista, altrimenti umanista, difficile da strologare, che richiede sopportazione per le maiuscole ai sostantivi (sulla scia di Blake), sopresa e godimento per le quasi litografie di cui è disseminato e in cui alla fine si parteggia e si spera che tutto vada bene per chi uccide. Il kantesco «il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me» funziona in più di un senso; e, all’ultima pagina, fa un po’ male.
La trama è questa, dal sito della casa editrice:
Janina Duszejko, anziana insegnante di inglese in un paesino di provincia, e in inverno custode delle case di vacanza nella Conca di Klodzko, ha solo due passioni: gli animali e l’astrologia. Passa il tempo a calcolare l’oroscopo di chi incontra, a tradurre le poesie di William Blake e a cercare di impedire le battute di caccia nella valle, sabotando le tagliole e raccogliendo le trappole. Quando nella zona cominciano a verificarsi morti misteriose, Janina sostiene che si tratti di omicidi, i cui esecutori sarebbero gli animali selvatici, decisi a vendicarsi sugli uomini per la loro violenza. La sua teoria si diffonde nella valle, insieme alla paura. Attraverso la forma del giallo, Olga Tokarczuk ci racconta in modo ironico e grottesco le contraddizioni della responsabilità umana sulla natura e sugli esseri viventi.