Il bus – 2a edizione

PAUL KIRCHNER
IL BUS

26×19 cm, 96 pp. b/n
brossura cucita con bandelle
fumisterie, 4
ISBN 978-88-98462-08-7
12 euro

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Apparse sul periodico «Heavy metal», le strisce del bus son state per anni uno dei pilastri della rivista.
Gli ingredienti? Minimi, come per il Queneau di Esercizi di stile: un uomo aspetta l’autobus, sale, scende; a volte il protagonista del fumetto è solo il bus, a volte il conducente. Con questi pochi elementi – d’altronde tutta la musica del mondo è do re mi fa sol la si – Kirchner costruisce, senza dialoghi, un universo vertiginoso, quotidiano, in cui la città si trasforma in un labirinto straniante, la carta su cui è pubblicata la striscia è una dimensione come le altre, la prospettiva un diverso tipo di inganno e lo straordinario può celarsi ovunque: gli idranti prendono vita, un bus si dà alla delinquenza e un altro è la crisalide di un aereo, ma un prigioniero può anche disegnare una fermata del bus dentro una cella e aspettare, e venir portato via.
Il bus rilegge il Little Nemo di McCay e pesca a piene mani da Bosch, Escher, i cartoni della Warner Bros., Magritte, Dalì, i cartoni di Max Fleischer, dall’immaginario condiviso dell’epoca, dalle inquietudini di un autore misurato, colto, elegante, capace di fare arte anche disegnando copertine per una rivista pornografica.
Sulla scorta della meravigliosa edizione di Tanibis, questo volume propone la raccolta integrale delle strisce del bus, recuperando una decina di episodi estromessi dall’antologia Ballantine del 1987 e consegnando al pubblico un gioiello surrealista misconosciuto.
E a chi si domanda se adesso il bus sia arrivato al capolinea si può solo rispondere: forse che sì, forse Queneau.

Paul Kirchner – Fumettista, illustratore, autore di storyboards e pubblicità, negli anni ha generato il western artistico-psichedelico Dope rider, ha illustrato alcune delle migliori (e surreali) copertine della rivista pornografica «Screw», ha composto un romanzo a fumetti quando ancora non si diceva graphic novel e ha pubblicato per vari anni su «Heavy metal»  the bus (sul quale è recentemente tornato con una seconda antologia, a lustri dalla prima e fresca come non mai, e di prossima uscita per Barta).


«Riguardando le strisce del bus, di alcune capisco subito da dove sia nata l’idea, e credo che se dovessi rifare la striscia ora, daccapo, quelle idee mi tornerebbero in mente tali e quali.  Ci sono però alcune storie che guardo e mi chiedo: “Ma da dove ho tirato fuori quest’idea?”.
«Per esempio, quella con il bus che si ferma sull’orlo di un ponte crollato e le auto dietro cominciano a dare di clacson; quella con “la” bus in posa per il paginone centrale di “Playboy”; quella dove il passeggero alla fermata si rivela essere una sagoma, che il conducente sostituisce con un’altra sagoma di un passeggero seduto; quella con la vigilessa che dirige i bus provenienti da ogni direzione possibile, orizzontale e verticale. Rileggo queste storie e mi chiedo: “Ma come ho fatto a pensarci!?”.
«Sono le mie preferite».

«Il tram approfitta delle curve per piangere». Ramón Gómez de la Serna

LORENZO BARBERIS, IL BUS DI KIRCHNER FA FERMATE SOLO NELL’ASSURDO
«Lo spazio bianco», 6 febbraio 2018

«Se quindi il contenuto delle strip è estremamente surreale, per contrasto la struttura è decisamente regolare: una classica strip muta di poche vignette, raramente sostituita da una sola immagine o da qualche soluzione grafica differente. Non appaiono mai dialoghi, ma talvolta ci sono didascalie: e più spesso ancora il testo rientra nella storia tramite la cartellonistica stradale e pubblicitaria. Insomma, questa ristampa è la meritoria riscoperta di un autore e di un fumetto molto meno noti di quanto dovrebbero essere, una strip che dimostra appieno le capacità del medium fumetto di esplorare i terreni dell’assurdo metafisico anche nei confini rigidi di una semplicissima tavola».


TONIO TROIANI, «IL BUS», LA SURREALE STRISCIA DI KIRCHNER
«Fumettologica», 14 febbraio 2018

«Kirchner non dirà molto ai più, eppure questo eccentrico sessantacinquenne, sin dai primi anni Settanta, quando abbandonò al terzo anno di studi il corso della Cooper Union for the Advancement of Science and Art di New York, ha contribuito con opere fondamentali all’evoluzione del linguaggio fumettistico. […] La sfida emergente era scardinare la realtà con un grimaldello sempre nuovo. Gli input erano dei più disparati: poteva essere l’amore per le grottesche figure di Hieronymus Bosch o per la pittura post-strutturalista di Henri Matisse, così come una vecchia puntata di Twilight Zone o un semplice fatto di cronaca. Senza dubbio, Kirchner ha indagato la società attraverso i meccanismi del potere, parlando anche dell’identità dell’artista durante l’epoca della riproducibilità tecnica. […] [Kirchner] in quelle pagine aveva disseminato indizi, note, riflessioni su quello che poteva essere il fumetto senza ricorrere quasi mai alla parola e utilizzando il minimo indispensabile: una pagina bianca, un percorso obbligato e una matita».


PEREZ EL GATO
«Bibliolandia», 15 marzo 2018

«Oggi me la prendo comoda e aspetto “Il bus”, ma non uno qualsiasi, quello di Paul Kirchner […]. Qui in Slumberland ci si arriva con l’autobus. Sei/otto vignette che ci catapultano ogni volta in un mondo surreale e fantastico, a tratti inquietante. Un film muto che trasforma il quotidiano in straordinario. Più è assurdo e più lo adoro. Da leggere e rileggere».


ANDERS GE, IN ATTESA DEL BUS PER IL SURREALE
«Giornale pop», 25 marzo 2018

«Un viaggio nel fantastico che ci fa accettare situazioni impossibili […]. Una striscia densa di umanità che in più di un’occasione riesce a far identificare il lettore con il Commuter. Vittime entrambi di un mondo al di là del nostro controllo, non resta che sognare, magari da svegli, mentre intraprendiamo il quotidiano viaggio verso il luogo di lavoro. Le nostre fantasie sono le uniche consolazioni in una vita di quotidianità che ci vede come passivi passeggeri. Una lettura appassionante e spiazzante da assaporare e gustare pagina dopo pagina, striscia dopo striscia, senza fretta e magari in più riprese. Anche se non sarà facile resistere alla voglia di vedere, subito, quello che Kirchner ha in serbo per la storia successiva».


POPLITE, ULTIME LETTURE: IL BUS
«Poplite fumetti», 20 giugno 2018

«Onore al merito della Barta edizioni che ha portato in Italia questo piccolo capolavoro».

[NdBarta: onore, oltre che all’autore, prima di tutto alle edizioni Tanibis, che hanno ripescato e risistemato per la prima volta le strisce; e alla compagnia di trasporti CTT la quale, comprando un po’ di copie, ci ha aiutato a mantere il prezzo basso]


NE HANNO PARLATO ANCHE SU «Rai cultura», «Che cosa sono le nuvole», «Conversazioni sul fumetto» e tc.

San Giuliano Terme ordini@barta.it
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