

YOLAINE DESTREMAU
SEGUIRE LA VENA
traduzione di Marta Giusti
13×20 cm, 160 pp.
brossura cucita con bandelle
qzerty/qwerty, 26
ISBN 978-88-98462-96-4
15 euro
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Gemma, cinquant’anni e poco più, fiera, indipendente, è proprietaria della cava di marmo di famiglia. Fin dall’infanzia si muove con naturalezza nel paesaggio minerario di Carrara, tra i cantieri e il rombo delle macchine che tagliano il marmo, circondata da molto amore, tutto l’amore che si è scelta.
Ma alla morte improvvisa dei genitori tutto è rimesso in discussione, ponendola di fronte al bisogno di scegliere, e prima di capire: se le radici
siano una prigione o una liberazione, se siano invece un prezzo da pagare per diventare sé stessi o se, seguendole, si perda chi siamo veramente.
Seguire la vena è la storia di una rinascita, di una donna che trasforma il dolore e la rabbia in una ricerca della verità. La sua.
«Se fosse ancora in vita mi piacerebbe prendere un caffè con Emily Dickinson, questa poetessa americana che viveva una vita così solitaria. Ha scritto più di milleottocento poesie ma solo do-
dici sono state pubblicate quando era viva, modificate dall’editore perché non conformi alla tradizione. Come diceva: “Niente conosco al mondo più potente delle parole. A volte ne scrivo una, e la osservo, e allora comincia a risplendere”».
In copertina: elaborazione da Rebecca Aldernet, Sollievo, 2025. Collezione privata (© dell’autrice).
www.rebeccaaldernet.ca.
Traduzione di Marta Giusti, che è traduttrice dal francese e per i nostri tipi ha tradotto tutti i libri di Yolaine Destremau.
Così racconta il suo incontro con la scrittrice:
«Trovai il primo libro di Yolaine ad una bancarella vicino ai Giardini del Lussemburgo: L’ombre des jacarandas. Era il 1991, mi trovavo a Parigi già da un anno, seguivo due grandi passioni, la lingua francese e la musica. Il mio maestro di fisarmonica diatonica era un personaggio adorabile e magnetico, molto popolare nell’ambiente folk e non solo, e fra i suoi tanti brani, uno si intitolava Jacarandas; dunque, non poteva proprio passare inosservato quel libro blu, accompagnato dalla fotografia della giovane autrice, e da un breve estratto in cui veniva citata Lucca, la mia città d’origine. Era una sera di giugno, passeggiavo da sola, ma una volta che il libro fu nelle mie mani, ritrovai velocemente la mia camera a Belleville; letto tutto d’un fiato, lo trovai affascinante, poetico, lieve e molto emozionante, una scrittura piena di pause e silenzi, quasi musicale, irresistibile per me. Decisi subito che avrei provato a tradurlo, era breve e facile alla lettura.
Le passioni mi colpiscono come fulmini, e scrissi immediatamente alla casa editrice perché mi mettessero in contatto con l’autrice. Conservo ancora la lettera di Yolaine: mi rispose che certo, potevo tradurlo, ma che più difficile sarebbe stato farlo pubblicare, di farle sapere comunque.
Poi c’è stato il filo contorto dei miei anni, strade diverse e mille cambiamenti, Milano, poi il ritorno a Lucca, ma la cartellina grigio-azzurra con le poche pagine tradotte ha seguito i miei spostamenti, ed è sempre rimasta vicina e in vista.
Non so per quale impulso io l’abbia ripresa in mano nella primavera del 2014, forse un senso di pace e di compimento, i miei ragazzi ormai grandi, il turbamento per l’attesa dei miei cinquanta, ma era il
momento giusto: avrei portato a termine la traduzione.
Ritrovare Yolaine su Internet è stato molto facile, ormai aveva un suo sito, e fu una sorpresa incredibile saperla così vicina: aveva preso casa praticamente a Lucca! Ci siamo incontrate davanti a San Frediano, dopo 25 anni…
Il seguito è stata una conversazione con un’ amica e commercialista, nonché commercialista di Barta edizioni, il contatto era servito…
Felicissima di questo incontro, che mi ha consentito di realizzare un lunghissimo sogno».
Nathaniel Hawthorne
Il motivo è semplice: Carson ci ha sempre concesso generosamente l’uso delle sue immagini senza chiedere altro che qualche copia dei suoi libri in Arizona. A questo giro ha smesso di rispondere alle nostre lettere, in formato elettronico e cartaceo, ai messaggi su Instagram e su FB. E quindi la necessità di trovare qualcuno alla sua altezza. E Rebecca Aldernet vola.
I lettori più affezionati noteranno cambiamenti nel formato e nella grafica di copertina, nonché nelle carte usate per copertine e interni. Senza rinunciare al mandato ecologico (tutte le nostre carte sono riciclate del tutto o in parte, con le restanti materie prime provenienti da foreste gestite sostenibilmente), dovevamo cambiare: alcuni titoli prossimi avrebbero sofferto molto nel formato precedente, e la casa editrice sta crescendo, piano ma solidamente. Abbiamo colto l’occasione per innovare, dando più spazio a scrittori e illustratori, pur in continuità con la nostra identità. Evviva.