Alfred / Come prima
«Ci sono emozioni molto differenti in un racconto, non posso disegnarle tutte nello stesso modo e devo seguirle con il tratto, cercare di avvicinarmi a ciò che voglio che il lettore provi leggendomi. Ma non bisogna che lo stacco sia troppo netto, altrimenti non mi seguiranno: è un equilibrio che va ritrovato daccapo con ogni libro. Devo, davvero, rendermi invisibile agli occhi del lettore.»
Alfred, Minimaetmoralia
Libro del cuore proprio come me lo descriveva Michele Foschini solo un mese fa a Roma, Come prima (Bao 2014) è un fumetto d’autore firmato Alfred, che resta impigliato nelle maglie della memoria, in quella zona buia dove ognuno di noi nasconde un’anima segreta, che solo attraverso il viaggio può tentare di ricongiungere presente e passato. Con questa graphic novel vincitrice del Fauve D’Or di Angoulême 2014, Alfred (nome d’arte di Lionel Papagalli, Grenoble, 1976) mette in scena un’avventura di riconquista e di ritorno dalle sfumature intime ed amare, che sollecita il lettore al ricordo e all’empatia attraverso i suoi personaggi controversi e affascinanti.
[tab: Brothers on the road]
Fabio ha lasciato l’Italia ormai da tempo quando suo fratello Giovanni viene a cercarlo col pretesto di riportare in Italia le ceneri del padre appena scomparso: quell’urna silenziosa è l’oggetto che li legherà, d’ora in avanti, durante un viaggio insperato e inatteso attraverso quei favolosi anni Sessanta prossimi ad arrivare. Poco conta se i due fratelli non si parlano da anni, e se la riconciliazione tra i due appare subito difficile: Fabio è duro e scontroso, evasivo e volgare; Giovanni invece sembra conciliante, ma al tempo stesso – mentre finge di accondiscendere ai capricci del fratello – nasconde un animo risentito per tutto il silenzio che non sa dimenticare. Su una Cinquecento scassata, unica presunta eredità di quel genitore che li ha lasciati all’improvviso, i due attraversano la frontiera tra litigi e scazzottate: Come prima è un fumetto (anche) materiale, in cui i corpi si flettono sotto i colpi (fisici e non) con cui Fabio e Giovanni tentano di ferirsi fino allo sfinimento. Eppure le ceneri continuano ad osservali, come pure uno strano cane randagio che diventerà in un certo senso un elemento totemico fondamentale per i risvolti di questa storia, forse non brillante per originalità narrativa ma assolutamente necessaria a ricordarci quanto sia difficile dimenticarsi dei silenzi.
[tab: Cartoline da un’Italia liberata]
Mentre la vicenda segue il suo corso, Alfred non vuole dimenticare l’Italia di quegli anni: le sue campagne ancora non colonizzate dal boom economico, ma anche le prime architetture immediatamente successive al periodo fascista. Momento storico fondamentale per lo sviluppo della storia, il tramonto degli anni Cinquanta fornisce lo spunto e lo sfondo imprescindibile per far muovere, come sul palco di un teatro, questi fratelli burattini; il lettore è chiamato a seguirli con tenerezza, schierandosi ora con l’uno ora con altro, facendosi le domande che sorgono spontanee: torneranno sani e salvi in Italia? Daranno degna sepoltura a quelle ceneri che conservano l’ultimo ricordo di un padre che ha quasi disconosciuto il figlio maggiore? E soprattutto, riusciranno a riappacificarsi Fabio e Giovanni, tra cui diventa man mano evidente una corda tesa di inespresso, un risentimento che corre sul filo sottile che lega una vignetta all’altra, mentre con sorprendente velocità si vola verso in finale? Mentre ce lo chiediamo guardiamo filare via quell’Italia del ricordo, una cartolina in cui emergono personaggi commoventi, donne profetiche, preti poco religiosi. Come sempre è una commedia umana a tratti neorealista in cui il vissuto personale cerca di prevalere su quello collettivo, senza che i due elementi di disturbino a vicenda.
[tab: Ragione e sentimento]
Intervallato da alcune tavole di sofisticata bellezza, Come prima si aggrappa al tema del ricordo facendone in un certo senso il suo tratto caratteristico: ogni tanto, al momento giusto, appaiono scorci in cui tutto il disegno poetico di Alfred trova la sua naturale sublimazione. Un segno semplice ma vivo, dove i colori tenui (i rosso mattone, i neri o i blu contro degli incredibili sfondi chiaro d’uovo) vanno ad amalgamarsi al resto del fumetto, in cui troneggiano immagini che urlano le origini franco-italiane del loro autore, quella squisita nazionalità mista che in Come prima è necessaria a tenerne vive le sfumature. Nei disegni di Alfred rivivono gli illustratori della scuola francese, da Manuele Fior a Gipi, dal segno pieno del pennello a quello più controllato della china: così, tra forma e sostanza, questa rimane un storia viva, tutt’altro che immobile, da regalare e da regalarsi perché diventi per tutti un grimaldello del cuore.
Consigliato a chi deve e a chi sa chiedere scusa.
Grazie a Michele Foschini per i suoi consigli.
Gaia Tarini
(leggetela anche su Le ciliegie parlano)