MICHELE NARDINI
I COMANDAMENTI DELLA MONTAGNA
400 pp. 
qzerty/qwerty, 8, 2019.
ISBN 978-88-98462-19-3
12 euro
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«Ogni località di Sant’Anna brucia: bruciano le case, bruciano le stalle, bruciano gli alberi, bruciano le piazze e brucia la chiesa, brucia il prete, bruciano le panche, bruciano le foglie così come bruciano i bambini, bruciano gli animali e bruciano le donne, assieme ai loro padri. Esiste una democrazia, a Sant’Anna. Nessuno scampa al massacro. Nessuno sopravvive alla follia». È l’estate del 1944. Con il sud della Penisola in mano agli Alleati, le truppe nazifasciste si preparano a giocare l’ultima carta: la fortificazione della Linea Gotica, il baluardo difensivo che taglia l’Italia in due. Sulle Alpi Apuane, tra boschi impenetrabili e metati diroccati, volontari di ogni età, ceto e fede politica si adunano «per dignità e non per odio / decisi a riscattare / la vergogna e il terrore del mondo» (Calamandrei). Guidati dal giovanissimo Davide e aiutati da don Angelo, un prete allontanato dalla Curia per aver protetto un ribelle, dovranno affrontare nemici esterni e traditori, mercati neri e neri assassini, tenendosi stretta la fiducia dei civili e ancor più vicina la propria umanità dinnanzi alla rabbia e all’orrore, mentre la guerra si frantuma nei rivoli di mille azioni di guerriglia. In quell’ultima estate violenta, con la natura a fare da silenzioso coprotagonista, si fronteggiano buoni e cattivi: gli eroi che hanno sacrificato tutto e i più spietati carnefici – ognuno con la propria voce, coraggiosa o disperata, tragica e terribile, sempre indimenticabile.

Michele Nardini. Giornalista, lavora per la Scuola Superiore Sant’Anna, dove cura la comunicazione e crea contenuti multimediali, e collabora con «La Nazione» di Viareggio. Ha scritto un libro, Charles Bukowski al cinema. Storie di sbronze e di pop-corn (Giovane Holden, 2014). Ogni 12 agosto va a Sant’Anna di Stazzema. «Questo libro è figlio di tre momenti, ognuno dei quali coincide con un movimento, un passo in avanti, una scoperta e un cambiamento. Il primo momento mi riporta indietro nel tempo, durante l’infanzia. È qui che ho sentito per la prima volta parlare di Resistenza. Il secondo momento coincide con la scoperta dei luoghi della Resistenza. Le Apuane ne sono una fucina. Il terzo e ultimo momento è la scoperta dei personaggi, degli uomini e delle donne che hanno fatto la Resistenza. Ecco, I comandamenti della montagna è la storia di una generazione di uomini e donne che ha anteposto a tutto la propria libertà, in nome di un futuro diverso da quello imposto. E se spesso la mia generazione, delusa dal presente, ricerca nel passato un’idea e una speranza per l’avvenire, la Resistenza sta lì, al di là della retorica e di tutte le polemiche – a dimostrare che le regole, se inaccettabili, si possono sovvertire»

“La Resistenza di Nardini è fatta di persone. Ognuno con la sua storia, ognuno con la sua sofferenza, ognuno con la sua ferita reale o dell’anima”.
La Repubblica, 23 giugno 2019

 

“Leggere I comandamenti della montagna significa prepararsi a ricordare, ricordare che gli eccidi sono stati una vera e propria “condotta di guerra”, i civili assimilati a nemici e quindi oggetto di azioni militari. Il racconto struggente di Michele Nardini apre, secondo me, anche ad un altro importante tema: la compresenza, durante la Resistenza, di forme diverse di guerra: quella civile, quella di classe, quella patriottica e queste differenze mettono in discussione gli stessi protagonisti delle lotte e la moralità delle azioni compiute”.
Linkiesta (leggi tutta la recensione)

 

“Un libro sulla Resistenza, ma anche un libro che è di impegno civile […] Il romanzo, che sarebbe piaciuto molto a Calvino e a Vittorini, racconta la storia dell’estate del 1944, nei boschi dell’Alta Versilia”.
Il Corriere Fiorentino, 29 novembre 2019

In copertina: elaborazione grafica da Carlo Mattioli, Paesaggio (1989).
Collezione privata.
San Giuliano Terme ordini@barta.it
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