Alexandre Jardin / Lo zebra
Nell’antichità si pensava che la giraffa potesse essere nata da un acrobatico incrocio tra un leopardo e un cammello, e per questo veniva detta camelopardo. E se avesse pure una zampa nera? E’ quel che è capitato alla coraggiosa casa editrice Camelopardus di Monselice, che ha conosciuto una nuova incarnazione dopo essersi fusa con Zampanera, diventando CameloZampa.
Ed è Camelopardus prima e CameloZampa poi che han pubblicato e ripubblicato Lo zebra, opera seconda del francese Alexandre Jardin che ha avuto la possibilità di uscire in Italia a due condizioni: che il suo traduttore fosse mancino, e che la sua storia venisse riscritta cambiandone l’ambientazione. Così Sara Saorin (che guarda non caso scrive con la mano sinistra) ha scelto la provincia padovana per dare voce a questo singolare romanzo in cui si parla d’amore, certo, ma in maniera non convenzionale.
Nello Zebra niente lo è, del resto, a cominciare dal suo protagonista: un notaio quarantenne assolutamente determinato a risvegliare la passione che il suo matrimonio con Camilla sembra aver sopito. Così, con umorismo e comicità deliziosamente francesi, viene raccontata la rocambolesca lotta di un uomo disposto a tutto pur di dimostrare come, a qualsiasi prezzo, sia possibile riaccendere anche la relazione più brumosa. A suon di torture, inganni, trabocchetti e sceneggiate, questo insolito e formidabile protagonista ci insegna a superare una prova ardua e insolita con invidiabile disinvoltura, fino alla fine.
Consigliato agli uomini di tutte le età.
Gaia Tarini
(leggetela anche su Le ciliegie parlano)