Bruno Munari / Fantasia
(In) Le violon d’Ingres, l’immagine non nasce soltanto dal parallelo formale tra un dorso di una donna e un violino, che appare vedendo i due fori neri a forma di F applicati sulla schiena, ma dal fatto di sapere che Ingres suonava il violino.
La fantasia aiuta a coltivare lo spirito, e Bruno Munari lo sapeva bene quando pubblicò questo testo omonimo, spinto dall’urgenza di dimostrare come un semplice oggetto potesse portare – con assoluta semplicità – davvero molto lontano. In quel bell’esercizio che è Fantasia (felicemente pubblicato da Laterza nel 1977) Munari affronta il tema della creatività, così apparentemente libero e difficile da schematizzare, da un punto di vista analitico e quasi matematico. Ecco che allora i processi d’invenzione diventano razionali e razionabili fino alle radici, e l’ingegno non è più solo dato dalla felicità dell’intuizione che ci tocca, ma anche e soprattutto da un messaggio tacito con cui il mondo e il nostro vissuto, anche il più remoto, ci circondano. Fantasia è un testo mai banale, colmo di richiami visivi e soluzioni formali, un puzzle semplice da studiare e da comporre, ricco di fascino e genialità. La sua ricchezza sta soprattutto nella leggerezza di cui Munari dota anche i pensieri più complessi, quelli che, in questo breve manuale, sarebbero in grado di (e in effetti vogliono) guidare anche un bambino. Dopo aver letto Fantasia anche un bacio vi apparirà come una deliziosa somma di intuizioni.
Consigliato ai bancari, agli impiegati postali, agli addetti alla catena di montaggio e a tutti quelli che quest’anno diverranno genitori per la prima volta.
Gaia Tarini
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