Iosi Havilio / Opendoor
Una giovane ragazza che lavora in un negozio di animali e fa la veterinaria, finisce ad Opendoor (Argentina) per curare un cavallo, contestualmente alla sparizione della propria compagna. Territorio esteso attorno ad un vecchio ospedale psichiatrico, questo luogo finisce per intrappolarla tra due relazioni: quella con Jaime, contadino della zona che la trascina in una passione indolente ma irrinunciabile; e quella con Eloísa, adolescente sfrontata e curiosa, che suscita immediatamente nella protagonista una morbosa attrazione erotica.
Primo romanzo di Iosi Havilio tradotto in italiano, Opendoor (Caravan Edizioni 2011), è una vetrina forse inconsapevole di rara vacuità e superficialità, dove la lettura sprofonda tra sciatteria ed esasperante linearismo, nella vaga speranza che succeda qualcosa. Spiace dirlo per gli appassionati intenti dei suoi editori, ma nel suo sviluppo non ho trovato minimamente un senso che ne sostenesse la trama – se mai ce ne sia stata una, vera e forte abbastanza da giustificare la stampa di questo romanzo.
Per raccontare il niente occorre saper dire tutto.
Consigliato solo a chi non si annoia facilmente.
Gaia Tarini