Mario Pistacchio e Laura Toffanello / L’estate del cane bambino
«Non si invecchia mai un po’ alla volta. C’è un momento preciso, nella vita, in cui ti accorgi che è successo. È una certezza, e non contano gli anni che hai. Capita quando smetti di andare avanti e ti scopri a guardarti alle spalle. Scruti il tempo che se n’è andato. Lì dietro sono rimasti i tuoi unici amici, i ricordi, l’illusione che niente possa mai finire davvero».
A Brondolo, paesino immaginario vicino Chioggia, cinque ragazzini vivono inconsapevolmente la loro ultima estate spensierata: quando il più piccolo di loro sparisce improvvisamente durante un pomeriggio di giochi, la loro infanzia termina violentemente insieme alla bella stagione. È l’inizio degli anni Sessanta, in quella provincia oscura e piovosa in cui ruralità e religione si mescolano ancora assurdamente alla superstizione; e a questi piccoli eroi – disegnatori in erba, avidi lettori, latin lovers, promettenti calciatori – non resta che la fantasia per combattere uno scenario apocalittico sempre in bilico tra le insidie delle credenze popolari e l’ancor più terribile, cruda realtà. Così si convincono che un cane nero venuto da chissà dove sia la personificazione di quel bambino scomparso, dell’amico forse perduto per sempre: lo chiamano Houdini come il mago, in onore dell’amore di Narciso per i giochi di prestigio. Mentre gli adulti – veri e propri personaggi dipinti con sapienza da Mario Pistacchio e Laura Toffanello – avviano le ricerche per il ritrovamento, la loro è un’ultima, feroce e disperata battaglia per riuscire a credere ancora ai miracoli e per non arrendersi alla verità, la più terribile di tutte, quella che costringe ogni bambino a diventare grande. L’estate del cane bambino (66thand2nd) è un romanzo struggente, scritto sublimemente a due mani, che tiene il lettore incollato al libro grazie ad un lirismo inusuale che s’incontra con naturalezza con il racconto mai così coerente delle ombre della natura umana.
Consigliato, proprio come nella dedica degli autori, a chi ha atteso, e sperato.
Gaia Tarini