Paradisi minori / Megan Mayhey Bergman
Ma c’è un’altra cosa che so: il mio cuore non è grande abbastanza, non lo è mai stato. Se guardo gli altri, si spezzerà.
Una donna guida verso uno zoo in cerca di un pappagallo che imita la voce della madre scomparsa, perché a quella madre non ha mai detto abbastanza quanto le ha voluto bene. Perché di quel bene non si è mai accorta, fino a quel momento. Una donna incinta lascia che l’ottuso veterinario di cui è innamorata le faccia un’ecografia sul tavolo dove poco prima è stato visitato un Rottweiler. Perché sa benissimo che lasciarsi amare nel modo che dice lui è l’unico modo per ottenere dell’amore in cambio. Una trentenne che ha sempre vissuto col padre e gestisce un rifugio dove si pratica il birdwatching ha bisogno d’innamorarsi, e quasi ci riesce. Ma poi quel padre ha un infarto e lei è costretta a confrontarsi con gli strani corsi che prende la vita: l’epilogo è incerto. Un’alcolista che non ha saputo tenersi vicini gli affetti (in particolar modo l’unica figlia) tenta di redimersi accudendo animali in via d’estinzione. Finché non le viene la pazza idea di rapirne uno, per dimostrare a sé stessa che non tutto è perduto. O forse sì.
E poi c’è la protagonista di La compagnia giusta (The right company), che dopo essere stata tradita dal marito compra una vecchia casa, appende un’icona della Madonna sopra il letto, e dice:
A luci spente, senza nessuno ad ascoltarmi oltre Maria, ripensai a tutti gli uomini con cui ero stata a letto, ai ragazzi che mi erano piaciuti e che non mi avevano ricambiata, e a come questo mi avesse rovinato parecchi momenti della vita. Le lettere d’amore che avevo lasciato nell’armadietto del lanciatore più bravo – non le aveva mai lette. Le birre che avevo comprato per il chitarrista più giovane – era arrossito. Il marito tanto amato – mi aveva tradito. Forse non mi ero impegnata abbastanza.
A questo punto si è più o meno alla metà dei dodici racconti che compongono Paradisi minori, la raccolta di Megan Mayhey Bergman pubblicata da NN Editore, ma la bellezza è ben lontana dall’esaurirsi. Anche se già quei cinque basterebbero perché il cuore frani, perché salti di nuovo in mente quella poesia di Marguerite Youcenar, L’amore è un castigo, che parla del cuore e che dice: «Un cuore – una cosa piuttosto sudicia. Di competenza della tavola anatomica e della vetrina del macellaio. Preferisco il tuo corpo». Corpo e cuore sono il baricentro di queste storie, dove gli animali rappresentano un pretesto per interrogarsi sulla nostra spietata umanità, e indagarla, per cercare (almeno un poco) di capirla. Con questo libro – perfetto per settembre – NN ci ha fatto un regalo prezioso: un vademecum per affrontare con coraggio il nostro lato più bestiale, e insieme per capire che è proprio grazie agli animali (e al nostro assomigliargli così tanto) se siamo così ferocemente teneri, spietatamente condannati all’amore. Paradisi minori è davvero un grande libro, dove i personaggi che lo abitano hanno a che fare con scelte difficili e compromessi fin troppo umani, che li – e quindi ci – costringono a mettere costantemente in moto quel nostro lato bestiale che ci guida e che ci protegge.
Questo libro è per chi annusa il vento di settembre sperando in un cambiamento a favore. Per chi legge i tarocchi e ha bisogno di amuleti autunnali. E per chi si ferma sempre, anche sotto la pioggia, quando vede vagare un animale sconosciuto senza padrone, pronto a diventare il suo.
Voto: •••••