Ana Paula Maia / Di uomini e bestie
Così come le bestie si assomigliano tra loro, poiché è difficile distinguere l’una dalle altre, la stessa cosa sembra succedere con gli uomini. La linea del tempo è come la linea della morte: non può essere interrotta.
Edgar Wilson fa l’abbattitore in un mattatoio dimenticato da dio: il suo colpo ferale stende la bestia in un attimo, senza farla soffrire. Benché Edgar abbia un compito ingrato, non riesce infatti ad evitare di provare pena per gli animali che stordisce, sempre con precisione, dopo averli segnati con una croce di calce in mezzo agli occhi. Molta dell’umanità che aveva – se mai ce n’è stata una – è scomparsa per lasciar spazio ad una compassione insolita: insieme alle mucche che in fila indiana aspettano di essere macellate, se n’è andato anche un pezzo di lui, per sempre.
Fino al giorno in cui alcune di quelle bestie cominciano a brucare stranamente ad ovest invece che a nord, e sopra il macello sembra gravare una strana maledizione, un cielo rosso sangue che straccia il tramonto come fosse fatto di viscere. Un piccolo cataclisma attende Edgar Wilson e i suoi colleghi, uomini che hanno dimenticato di essere tali, e che forse non sono più neanche animali. La voce di Ana Paula Maia, in questo romanzo fresco di stampa per La Nuova Frontiera, è stranamente asettica e anemica mentre racconta una storia sporca e contaminata da scelte profondamente insolite. Di uomini e bestie è già abbastanza intriso di sangue perché anche la scrittura s’incarichi di cadere nel facile tranello dell’ovvio. Così, veloce come il colpo mortale che deve essere inferto affinché la sofferenza cessi prima possibile, anche questo racconto è secco e tagliato con l’accetta; eppure nasconde un cuore che pulsa, il cui rimbombo disperato segue il lettore anche una volta che il libro è stato chiuso da un po’.
Questo libro è per gli stomaci forti e per chi ha imparato a vedere negli occhi degli altri non più il mondo ma una parte di sé.
Gaia Tarini
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Sono nata a Perugia nel 1989. Scrivo per la Colonna dal 2014, e nel 2011 ho fondato il blog di recensioni letterarie Le ciliegie parlano, insieme a Giorgia Fortunato.