Daniel Krupa / Serpenti
Tre squinternati amici – Fanta, Seco e Polonio – decidono di partire per Misiones, al confine tra Argentina, Brasile e Paraguay. In un lampo, quella che si prospettava essere un’avventurosa vacanza tra compari, si rivela un viaggio distorto dove gioca un ruolo fondamentale una certa ossessione del protagonista per i serpenti. Tutto il romanzo (seppur breve) è contaminato da un’atmosfera insalubre al pari delle scelte degli antieroi che ne fanno parte; una storia sporca, piena di germi, in cui proliferano le trascuratezze tipiche della giovane età. Ben lontano dall’essere – a mio avviso – il romanzo di formazione che sancisce il passaggio dall’età adulta di cui si parla in seconda di copertina, Serpenti di Daniel Krupa (Caravan Edizioni, 2014) è piuttosto un monumento al rimandare la crescita, un inno allo sbandamento e una preghiera a tratti comica perché quest’età giovane non finisca.
Migliora dalla seconda parte in poi. Avrei preferito un po’ di mordente in più, che purtroppo non c’è stato. Tiepido.
Consigliato a tutti coloro che hanno un’ossessione.
[Di sguincio: consigliato invece calorosamente a tutti, della stessa casa editrice, Quando parlavamo con i morti di Mariana Enriquez, un bellissimo e singolare libro di racconti di cui ho parlato qui]
Gaia Tarini