Fabio Pusterla / Bocksten
«Se potessi scegliere un gesto, un luogo e un’ora
l’ora sarebbe una sera d’aria tesa
e il luogo sarebbe un luogo come tanti:
una baracca in curva,
una pausa appena accennata di qualcosa,
calda bassa e fumosa,
dove seduto a un tavolo, toccando
una spalla, una mano o un bicchiere,
prenderei tempo prima di alzarmi
a seguire qualche sconosciuto fuori».
Una scommessa coraggiosa quella di pubblicare, oggi, dei libri di poesie, che gli editori di Marcos y Marcos affrontano ormai da diversi anni con le raccolte di Fabio Pusterla, poeta svizzero che scrive in lingua italiana. Bocksten, uscito nel 1989 e ristampato nel 2003, è il primo lavoro che sancisce la loro collaborazione.
«Ti presterò una voce per il buio, una mano per i tre pioli nel tuo petto». Affascinato dalla leggenda del Bockstenmannen – leggendario cadavere risalente al Medioevo ma rinvenuto in una torbiera svedese solo negli anni Trenta – Pusterla dona la parola ad un corpo ormai privato della possibilità del dialogo e del racconto. All’uomo di Bocksten, al suo mistero e al suo viaggio in una natura «violenta e meditativa», è dedicata quasi interamente questa raccolta di poesie brevi ed essenziali, che parlano della condizione dell’umanità di oggi e di ieri, del sentimento di estraneità comune tra gli abitanti del passato e del presente, che attraverso la struttura della poesia e grazie alle sue potenzialità comunicative sa farsi meno profondo. Una piccola sezione all’inizio dell’antologia rappresenta una sorta tanto di introduzione quanto di evasione, in cui la profondità sentimentale del poeta, arricchita dal lessico puntuale e lirico che lo contraddistingue, si sublima senza mezze misure.
Consigliato agli amanti dell’ermetismo romantico.
Gaia Tarini