Notti a Vals / Tim Krohn
«Andiamo a Vals e facciamo pace», aveva detto Vanessa. Alle orecchie di Sven suonò come: «Invitami e ti perdono». E anche se non aveva la minima idea di che cosa gli rimproverasse, prenotò.
Si trovano tutti a Vals, i personaggi di Tim Krohn, una piccola località svizzera famosa per i suoi alberghi e le sue terme, un luogo che sembra la risposta per gli uomini e le donne che attraversano questa raccolta, con la speranza di sciogliere un nodo. C’è una sacralità sospesa, in questo posto sperduto che accoglie e che punisce, un’atmosfera carica di elettricità; un albergo, le sue dinamiche, un paesaggio fantasma che fa da sfondo a chi a Vals si (ri)trova come per una tacita maledizione: gli innamorati italiani che rubano asciugamani senza capire come fare a baciarsi, una donna che legge ad alta voce per un animale morente incontrato nel bosco, e chi sceglie quella vacanza come ultimo baluardo per aggrapparsi ad una libertà dolorosa che altrimenti non arriverebbe mai, non arriverebbe più. Notti a Vals è un libro-gemma, in cui Krohn gestisce con una prosa asciutta e minerale immani tragedie con guanti bianchi: i suoi personaggi capitano in questo libro con l’intenzione di risolversi, e finiscono per essere risolti; è veramente il posto, la geografia, a dettar loro la linea – in quel modo impietoso e immanente che hanno le montagne di incunearsi tra la ragione e il cuore. Un libro bellissimo, pieno di notti nere, in un’edizione semplice ed elegante firmata Casagrande.
Questo libro è per chi ama il profumo delle candele nel buio. Per chi legge storie ad alta voce, anche ad orecchie che non ascoltano, e per mio padre – che rubò quel paio di accappatoi in quell’albergo, sulle montagne.
Gaia Tarini
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Sono nata a Perugia nel 1989. Scrivo per la Colonna dal 2014, e nel 2011 ho fondato il blog di recensioni letterarie Le ciliegie parlano, insieme a Giorgia Fortunato.