Una breve estate lontano dalla polvere

TITA PRESTINI
UNA BREVE ESTATE LONTANO DALLA POLVERE
(SETTEMBRINI INDAGA #3)

 

12×19 cm, 204 pp.
brossura cucita con bandelle
qzerty/qwerty, 25
ISBN 978-88-98462-48-3
14 euro

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Perché Fabio Settembrini, giovanissimo vice commissario aggiunto di polizia, viene spedito dai suoi superiori della questura di Verona in un paesino della Valcamonica, dove un reparto nazista è impegnato in ricerche minerarie?
Apparentemente non ci sono misteri da svelare, si tratta solo di un incarico spinoso, rifilato all’ultimo arrivato: indagare sulla sparizione di una bella archeologa, una donna indipendente con legami e inimicizie importanti, il cui passaporto è stato ritrovato in circostanze singolari.
È l’agosto del 1942 e l’Italia è impegnata a fianco del Reich in una guerra mondiale che inizia a farsi complicata per le forze dell’Asse. Le città subiscono bombardamenti e i generi alimentari sono razionati quasi ovunque.
Ma in quel paesino della Valcamonica, «lontano dalla polvere», dove chi viene da fuori può pensare «di trovare un luogo protetto dove rimettere insieme i pezzi della propria vita», i giorni scorrono con ritmi diversi, e di quel che accade nel resto della nazione soffiano solo gli echi. Qui anche la morte pare giocare a nascondersi: dietro il tempo passato e i rapporti consolidati nel sospetto, annidandosi fra i segreti delle valli, lungo le incisioni rupestri risalenti a migliaia di anni prima la cui presenza sembra influenzare ancora le persone.
E se «nessuna morte ha senso», nonostante i colpevoli individuati e le bugie soffocate, la vita invece sì. Ostinatamente sì. A volte basta sciogliere una treccia.

Tita Prestini, giornalista, si è occupato di editoria a Brescia e a Milano. Vive sul lago d’Iseo, scrivendo libri. Con Barta ha pubblicato le prime due indagini di Settembrini – La doppia morte della compagna Sangalli (2019), con cui ha vinto nel 2020 il premio MicroEditoria di qualità, e L’uomo che voleva uccidere il diavolo (2021) – nonché il romanzo breve La prima legge di Aguirre (2022), in cui ritorna uno dei protagonisti della seconda indagine di Settembrini.


«Ero adolescente la prima volta che ho visto i pitòti della Valcamonica e non mi rendevo conto che parlare di Paleolitico superiore significasse andare a ritroso di 10 o 12.000 anni: già 10 anni addietro mi sembravano la notte dei tempi, figuriamoci 10.000. Allora i parchi archeo­logici muovevano i primi passi e il concetto di rispetto degli antichi reperti era ancora molto vago: sulle rocce istoriate avevamo camminato con le scarpe, correndo da una all’altra. Vi tornai anni dopo, e la mia immaginazione fu colpita da un masso erratico che lo scioglimento dei ghiacciai aveva abbandonato sul fianco della vallata. I camuni, quei misteriosi antenati tanto lontani nella storia da sembrarci entità metafisiche più che un popolo reale e concreto, ne avevano approfittato, usandolo per le loro incisioni. Tornando altre volte in Valle nei periodi successivi, sono diventato sempre più consapevole della potenza espressiva e del messaggio spirituale di quei segni millenari, tracciati sulla pietra da uomini dei quali altrimenti si sarebbe persa ogni memoria. Questo libro nasce anche da quelle sensazioni».

Valtellina, Valcamonica, giù fino ai laghi, alla Brianza, a Milano, non sono soltato «luoghi» ma una culla storica in cui moltissimi di noi possono riconoscersi, anche se vengono da lontane regioni e da parlate diverse. Tra le mille Italie che conosciamo, questa è un’Italia di confine ma anche un «cuore» e un «fiato» che ci assomigliano.
Giovanni Arpino 


Il mondo è nell’uomo insieme alla sua storia e alla sua preistoria; in lui è il labirinto, in lui è la sfinge che lo interroga.
Ernst Jünger

Fabio Magnasciutti, Una breve estate lontano dalla polvere

https://www.instagram.com/fabio_magnasciutti/?hl=it

San Giuliano Terme ordini@barta.it
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