Alexandre Clérisse & Thierry Smolderen / L’estate diabolika
«Je pense que c’est un leurre du scénario! L’assassinat, les accidents, les personnages masqués sont des éléments qui brouillent sans arrêt les pistes! Je pense que le fond de l’histoire c’est la relation d’Antoine avec son père et surtout l’image qu’il se fait de lui à 15 ans. Est-ce qu’on connaît vraiment nos proches?».
Thierry Smolderen, Culture BD
Lo hanno scritto e disegnato insieme il fumetto perfetto per quest’estate 2016, due autori di alto livello – uno affermato, l’altro ancora giovanissimo: Thierry Smolderen e Alexandre Clérisse. Si chiama L’estate diabolika, ed è uscita per Bao Publishing all’inizio di quest’anno, con una copertina con verniciatura UV in rilievo su carta non plastificata (l’hanno detto tutti, ma vale la pena ripeterlo). Gli amanti del vintage, del thriller e delle spy story non potranno perderselo. Con omaggi al cinema francese italiano, da Jacques Tati a Dino Risi, dalle sorelle Giussani ai Beatles, da James Bond a Bob Morane, questa graphic novel coloratissima e dalla sceneggiatura raffinata e sensazionale trascina sulle sponde della Riviera Francese per un’avventura che tiene col fiato sospeso tra intrighi e seduzione, con immancabili colpi di scena.
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[tab: 1, Match point]
Estate 1967. Antoine Lafarge è un adolescente appassionato di lingue antiche e musica moderna, in procinto di iscriversi al liceo. La sua storia si apre con una partita a tennis contro Eric, biondo atletico e brillante ma anche sportivo; una partita a cui assiste, dagli spalti, anche il padre di Antoine, misterioso ed elegante gentiluomo che tiene sempre una sigaretta tra le dita. Una serie di piccoli eventi legati tra loro gettano quel pomeriggio e i seguenti nel caos: dall’aggressione immotivata del padre di Eric verso i Lafarge, all’invito inatteso del signor De Noé, col quale il padre di Antoine sembra aver avuto a che fare in passato, grazie al lavoro svolto nei servizi segreti. Lui ed Eric intanto vivono inconsapevoli la loro amicizia, fatta di sottili tradimenti, ragazze e avventure spettacolari che hanno la capacità di chiudersi da un attimo all’altro, veloci come in un fumetto di Diabolik. Antoine inizia a capire che intorno a lui stanno succedendo cose strane: dal grido di aiuto di Joan, seducente americana con la quale perderà la verginità, al tradimento di Eric, che sceglie di rubargli l’amore della vita, la bella Michèle conosciuta a scuola.
La storia personale di Antoine, che è sempre ricca di conflitti in tema con la stagione vulcanica dell’adolescenza, si scontra con quella più grande e complessa degli spionaggi tra Francia e URSS, assottigliando i confini tra realtà e immaginazione. È infatti l’era del boom degli acidi e della marijuana, della musica e del sesso libero: Antoine è intrappolato, suo malgrado o per sua fortuna, in quel mondo che sa farsi immaginario o tornare diabolicamente tangibile da un attimo all’altro. C’è un segreto che riguarda suo padre, e tutti quelli che lo circondano. Per andare a fondo dovrà abbandonare una parte della sua adolescenza per venire a patti con la consapevolezza che nessun eroe è positivo fino in fondo.
[tab: 2, Tradire Ovidio con Bob Morane]
Ombre che appaiono e si trasfigurano, messaggi segreti affidati a pellicole erotiche, visioni distorte e fantastiche: il cammino di Antoine per fare chiarezza sul destino di suo padre è costellato di colpi di scena, e incita ad un’immersione totale. A distanza di anni il signor Lafarge è sparito, e con lui sembrano essere sfumate tutte le occasioni di capirne il motivo. Ad Antoine restano i dubbi, e la curiosità di andare fino in fondo, perché è una vita senza pace quella che lo richiama a quell’estate del ’67, solo tre anni dopo dalla morte di JFK, che s’intreccia inaspettatamente alla vicenda.
L’estate diabolika si presenta quindi come una graphic novel ricca e piena d’intrecci, che attinge dal fumetto al cinema, dalla musica alla storia contemporanea. Impossibile fare una pausa durante la lettura, perché il ritmo è lo stesso di un’avventura alla James Bond. Smolderen e Clérisse sanno che il lettore ha fame, e gli danno davvero pane per i suoi denti: in questo libro c’è proprio tutto – bel disegno, bella storia, bei personaggi, belle motivazioni. E uno studio puntuale delle sfumature umane, oltre che una ricostruzione perfetta degli anni Sessanta, che costituiscono un ambiente ideale e affascinante dove far muovere figure controverse e strutturate.
[tab: 3, La lezione dei fauves]
L’estate diabolika è quasi un omaggio ai fauves e deve tutto alle atmosfere vintage degli anni Sessanta. I colori schizzano fuori dalla pagina correndo letteralmente insieme a lei durante l’andamento della storia: le inquadrature (perché in questo fumetto il ruolo del cinema è innegabile) sono spettacolari e serrate, e le tinte hanno il compito di sedurre lo sguardo spaziando dal giallo al blu, dal verde al rosso, mischiando di continuo caldi e freddi con sfumature più tenui. Il disegno è davvero delizioso, d’effetto, uno degli elementi più sorprendenti di questo lavoro; il tratto sempre preciso, ordinato, bello e mai piatto.
L’estate diabolika è a tutti gli effetti una gioia per gli occhi: il trattamento cromatico è uno degli elementi cardine insieme alla storia e alla sua messa in scena. Le ombre sono vive e parlanti, le linee morbide e aguzze insieme. Smolderen e Clérisse appagano il lettore regalandogli tavole di bellezza che hanno tanta forza da staccarsi, non di rado, dallo sviluppo della narrazione: è bellissimo perdersi a osservare la cura riservata ai dettagli, la ricostruzione degli ambienti, dei vestiti, delle atmosfere seducenti o concitate. Finalmente, insomma, un fumetto a tutto tondo, bello davvero, bello da far male, e completo da ogni punto di vista. Figure geometriche e stilizzate fanno da sfondo ideale per le curve sciolte dei personaggi, per il tratto mobile che si accompagna.
Questo libro è per chi ascolta i vecchi LP di Mina facendo le pulizie, per chi ha tradito i libri di latino per andarsene in spiaggia a fare il bagno e per chi vive la propria vita come un’avventura costruendo pistole con le dita intrecciate.
Gaia Tarini
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Sono nata a Perugia nel 1989. Scrivo per la Colonna dal 2014, e nel 2011 ho fondato il blog di recensioni letterarie Le ciliegie parlano, insieme a Giorgia Fortunato.