Maria Sebregondi /Etimologiario
soffritto s. m. (ver. culinaria del part. pass. del v. tr. «soffrire») – cibi sminuzzati posti nell’olio bollente gemono a fuoco lento crogiolandosi nella sofferenza che ne esalta l’aroma.
Per la stesura del suo Etimologiario, Maria Sebregondi deve aver senz’altro tenuto conto della lezione sulla fantasia di Bruno Munari, di cui abbiamo felicemente parlato due settimane fa. In questo piccolo manuale intelligente, l’autrice (baciata per l’ennesima volta da una felice intuizione dopo aver inventato, ormai nella lontana metà degli anni Novanta, le famose agende Moleskine) mette in discussione il nostro vocabolario più noto, donando alcuni termini di una nuova radice. Ecco che allora gli occhiali diventano un supporto alato per occhi ansiosi di decollare, o una pantofola può rappresentare agilmente una piccola enciclopedia della fiaba. Sono circa 100 le etimologie pazze di cui, in questo libro, viene scardinato il significato comune.
gondola s.f. – gongolando dondola, beata della propria immagine riflessa. Un pettine le adorna la bruna chioma lucente.
lettura s.f. (der. del s.m. «letto») – il giacere distesi facendo corpo unico con il letto, in un rapporto simbiotico tra i fondamentali della biologia umana. L. allettante: tautologia orizzontale.
mestolo agg.sost. (dim. dell’agg. «mesto») – arnese da cucina mite e malinconico. Prototipo della tristezza schiva degli utensili, destinati per definizione a essere un mezzo e non un fine.
Etimologiario (Quodlibet, 2015) è un libro magro da tenere sul comodino e gustare poco a poco, per ricordarci che le parole in certi casi non sono pietre ma possono avere (e hanno) la consistenza dell’aria. Un semplice esercizio divertente che innesca nella mente il nostro bisogno di immaginare, e che ci spinge a guardare il mondo da diverse prospettive tramite l’uso creativo della parola.
Consigliato a chi prova ancora oggi un piacere sottile nel guardare il Nanni Moretti di Palombella Rossa che grida «Le parole sono importanti!».
Gaia Tarini
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