Rebecca Lee / Lince rossa e altre storie
«Perché allora non mi hai mai parlato di lei?» «Perché non si parla delle cose che si desiderano di più. Lo sai.» C'è sempre un campus o un tramonto azzurro a fare di sfondo alle storie di Rebecca Lee; sempre un rumore
Luciano Funetta / Dalle rovine
Dalle rovine di Luciano Funetta (Tunué, 2016) è un romanzo che non ha più bisogno di presentazioni. Negli ultimi tempi - anche complice una certa candidatura al Premio Strega - la rassegna stampa sul suo conto ha speso centinaia di parole
Giordano Meacci / Il cinghiale che uccise Liberty Valance
Il dolore ha una tale fame, brutale, bestiale, perennemente inappagata, da nutrirsi con soddisfazione anche degli avanzi; anche di quelli gettati per sbaglio, e destinati all'inferno concluso della spazzatura. Il dolore è come un cerchio cui manchi un punto per
Davide Reviati / Sputa tre volte
«Il fumetto credo sia eminentemente un lavoro evocativo, ed ecco quindi il ricorso al sogno, che mi serve molto perché veicola tutta una serie di questioni legate all'interiorità dei personaggi, impossibili da raccontare con la stessa sintesi che invece offre
Catherine Lacey / Nessuno scompare davvero
E dove sono finite le nostre voglie? Chi è stato a dargli fuoco? E chi le ha inventate e perché? Lasciami dire che chiunque sia stato ad inventare la voglia, chiunque abbia concepito i desideri, chiunque sia stato il primo
Mauro Tetti / A pietre rovesciate
E fra milioni di anni di questi ricordi, delle ore passate insieme, non resterà che il pensiero di una collezione di cocci rubata. «Dopo dodici minuti di cammino andando verso nord si incontra il villaggio di Nur. E dodici minuti di cammino,
Io sono saharaui – 3a edizione
[vc_row][vc_column width="1/4" css=".vc_custom_1580317684957{margin-top: 1px !important;margin-right: 1px !important;margin-bottom: 1px !important;margin-left: 1px !important;border-top-width: 1px !important;padding-top: 1px !important;padding-right: 1px !important;padding-bottom: 1px !important;padding-left: 1px !important;background-position: center !important;background-repeat: no-repeat !important;background-size: contain !important;border-radius: 1px !important;}"][mkdf_single_image enable_image_shadow="no" image="3119" image_size="large"][/vc_column][vc_column width="3/4"][vc_column_text]GIANLUCA DIANA e ANDROMALIS MARIEM HASSAN IO SONO SAHARAUI - 3a EDIZIONE! 19×26 cm, 64 pp. a colori brossura cucita con bandelle fumisterie, 2 ISBN 978-88-98462-06-3 12 euro acquistalo su Tabook[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][mkdf_separator border_style=""][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][mkdf_tabs type="standard"][mkdf_tabs_item tab_title="Risvolto"][vc_column_text]«Voz del Sahara»: questo è l’iconografico soprannome con cui Mariem Hassan è internazionalmente nota. Io sono saharaui ne è la biografia illustrata: un’appassionante storia al femminile che racconta di musica e resistenza civile. In queste pagine la vita della cantante scorre parallela alle sue canzoni e alla storia del popolo del deserto. Le atmosfere auliche e spensierate dell’infanzia nomade, la giovinezza vissuta e stretta tra l’occupazione marocchina del Sahara Occidentale e poi l’esilio, i campi profughi in Algeria e la Spagna, gli amori, la famiglia, i figli, i primi dischi a suo nome e la fama internazionale. E sempre, sempre, come stella polare la lotta per l’indipendenza del popolo saharaui. Eppure, provate a sentirla, la sua musica. A vederla, qui. La gioia, la potenza del «blues del deserto», dell’haul di Mariem vi stupirà. Perché la musica saharaui è una meravigliosa miscela di suoni tradizionali, blues e mille altri rivoli della grande famiglia afroamericana. è musica del deserto, del Sahara possiede gli spazi: di carattere fortissimo ed aperta a storie altre. Come Mariem.
Hakan Günday / A con Zeta
Forse la vita è bella soltanto fraintendendo tutto. Solo fraintendendo. Ogni cosa. Derdâ ha solo dodici anni quando viene data in sposa ad un uomo troppo più vecchio di lei. Lascia la Turchia per vivere da prigioniera a Londra, in un
Sergio Atzeni / Il quinto passo è l’addio
[Anche se questa rubrica dovrebbe, tempo & il resto permettendo, ospitare principalmente interviste, stavolta affianca Gaia Tarini e le sue recensioni. Il motivo? E quante cose! Via]. A Claudia, ragazza incontrata sul treno, che ha fatto molto più di cinque passi Il quinto
Gabriele Di Fronzo / Il grande animale
E intanto le mie mani competenti, spesso impiastrate, adesso con il cotone idrofilo e adesso con la plastilina, ora delicate in un intarsio di muscoli ora svagate in un trucco di ossa, che smucinano in un cranio, perlustrano, imbastiscono con