Mauro Libertella / Scritto sulla tua terra
Forse, con queste teorie un po’ bislacche, mio padre mi stava dicendo che giocava con il nostro cognome a modo suo, ma che i risultati di quel gioco non erano congelati nel tempo. Dopo la sua morte, perciò, il cognome
David Machado / Indice medio di felicità
Mateus teneva il gomito sul finestrino, il mento sopra la curva del braccio, gli occhi fissi sul punto più lontano del paesaggio, come se nella sua testa non vi fosse solo un pensiero. È rimasto fermo così a lungo.
Antonio Tabucchi, Luca Cherici / Dietro l’arazzo
Dietro l'arazzo, faccia che rivela ordito e trama, il gioco del rovescio -l'essermi accorto un giorno, per le imprevedibili circostanze della vita, che una certa cosa che era «così» era invece anche in un altro modo- risvegliarsi dall'equivoco: l'aguzza fantasia
Viktor Šklovskij / Der Zoo, o Lettere non d’amore, oppure La terza Eloisa
Tutta la mia vita è una lettera per te. Sempre più rari gli incontri. Quante semplici espressioni ho compreso: mi struggo, ardo, sono perduto, ma mi struggo è l’espressione che mi è più chiara. Ho inventato la donna e l’amore
Richard McGuire / Qui
«Ho trovato così tanto materiale che le persone cominciavano a suggerirmi di prendere appunti. Ma io sapevo benissimo che questo non sarebbe stato quel tipo di libro. Avevo un motto: rendi trascurabili gli avvenimenti importanti, trasforma in grandi quelli piccoli.
João Ricardo Pedro / Il tuo volto sarà l’ultimo
Sul lavandino c’era uno specchio che era anche l’anta di un armadietto dove erano riposti gli strumenti per farsi la barba, in assoluto riposo da più di un anno. La luce entrava con violenza dalla finestra esposta a est e,
Daniele Zito / La solitudine di un riporto
Antonio Torrecamonica è un libraio particolare: non ha alcun interesse per gli oggetti che vende e soprattutto è capacissimo di pulirsi il culo con le pagine delle decine di copie di Anna Karenina che ha impilato vicino al gabinetto sul
Jón Kalman Stefánsson / I pesci non hanno gambe
«L'istruzione, sì, i vecchi amici a Reykjavík erano già a metà delle superiori, ma che ce ne facevamo noi dell'istruzione, se non sapevamo nemmeno che scopo avesse la vita, come avremmo potuto giovare al mondo, per quale motivo alcune persone
Salvatore Mannuzzu / Un dodge a fari spenti
«Questo romanzo è il primo che ho scritto, quasi la prima cosa che ho scritto. Cosa ne posso dire, oggi? Dirò questo: il primo libro sarebbe meglio non averlo mai scritto». Non deve essere facile per uno scrittore confrontarsi con la
Okey Ndibe / Il prezzo di dio
Quando sei un immigrato nigeriano, tua moglie ti ha lasciato e non riesci a pagare le bollette col tuo lavoro di tassista, tutto ciò che puoi fare è farti venire un'idea. Quella che viene ad Ike, in particolare, è audace